E come l’amo il mio cantuccio d’orto, col suo radicchio che convien ch’io tagli via via; che appena morto, ecco è risorto: o primavera! con quel verde d’agli,
coi papaveri rossi, la cui testa - suona coi chicchi, simile a sonagli; con le cipolle di cui fo la resta - per San Giovanni; con lo spigo buono, che sa di bianco e rende odor di festa; coi riccioluti cavoli, che sono neri, ma buoni; e quelle mie viole - gialle, ch’hanno un odore... come 
il suono dei vespri, dopo mezzogiorno, al sole - nuovo d’Aprile; ed alto, co’ suoi capi rotondi, d’oro, il grande girasole - ch’è sempre pieno del ronzìo dell’api!

estratto da “L’oliveta e l’orto” di Giovanni Pascoli

 

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