Germana Stella

In the world of art and photography, the body is often defined as an instrument. A means to get to something else. In her work, on the other hand, the body is the protagonist, the ink on a diary you can define yourself on every day. 

instagram.com/je_suis_bordeaux

What is the first thing you do every morning to start the day right?
A photograph, a self-portrait to decide how I am, looking into my eyes. If I looked in the mirror it wouldn't be the same, right after that, I'm going to have breakfast.

What did you have breakfast with this morning?
I ate a soy yoghurt and a mango

Tell me about one of the latest projects you have done
The latest project is my book Je suis bordeaux/behind selfportrait, on which a wonderful team from Ludwigrage.club worked. It is a study on my photography, and therefore on my person and my life in some way. I'm very proud of it.

Which of the five senses is your favorite and why?
Absolutely the smell. Through smell I can touch, taste, imagine and then see, and feel anything.

Do you have any rituals that help you feel confident in yourself?
I have rituals, starting with the photograph that opens up all my days; then at the table, a place where I never felt safe and I had to invent rituals in which I could get lost in order to escape my fears. Sometimes they worked, sometimes they didn't. Before leaving the house I have rituals to abandon my comfort zone without having excuses to return as soon as possible to escape social life. Surely I also have many other small gestures that I have always repeated that I perhaps don't even notice anymore.

When did you first realize you wanted to do what you do today?
I realized it in my last year of university, while I was doing something else, while pushing my life towards a completely different sense, I realized that as I finished doing what I was doing, in the meantime, I also had to find a way to to tell everyone and myself that those energies I had spent now needed to change course and push towards something else. What I still do every day, what I do is not easy, it is not easy to be understood, accepted, considered.

In your photographic journey, what do you consider your teacher? And what did it leave you?
My teacher was destiny, with all it has in store for me, all the pains, the joys, the challenges, the disappointments, the defeats, the victories, without all this I would have nothing to talk about, nothing to express, nothing to hear and then shout out for all of you to hear me.

Suggest me some readings that were important to you
I grew up reading Ginsberg, Kerouac, Gibran, Baudelaire, Pasolini, Pirandello, Hesse, but the real turning point, my change, I had after reading Kafka, he opened up a world to me:The trial, The castle, The metamorphosis, A Hunger Artist. He fascinates me.

How do you reconnect with yourself?
I go to the place where I buried my dog.

Do you tend to choose courage or comfort?
I am very brave, but also tied to safe places, where I tend to stay attached until something clicks in my head that makes me completely upset, it is also a need that I have, to change the scenery.

What is the latest discovery that has left you speechless?
I discovered that deja-vu – the feeling of having already experienced a certain moment – is nothing more than a kind of jam between the eyes and the brain and therefore, the eyes, rather than – as always happens – sending information to the brain about what they see immediately, they do it a second later, so you have the feeling that you have already lived that moment but in reality it is only because the eyes saw it a second before the information arrived.

What do you think the world needs the most right now? And what less?
The world needs art, love, dreams, beauty, hopes, today and always. Instead, there is no need for materialism and hatred, ever.

What would you write on a billboard in the center of the city where you live?
If I could create a new me, I would not make the mistake of pleasing you.

7 Small Talks

• Your daily uniform: All that is made in cotton and a couple of sizes up
• Your favorite flowers: Daisies
• Your comfort food: Delicata squash
• Your favorite perfume: Mint
• Your favorite restaurant: My home
• Your favorite magazine: The gentlewoman, Monument, Vogue, Dazed, Harper's Bazaar, GQ, Vice
• Can you suggest a person to interview? Tommy Da Pforzheim, painter

Spesso nel mondo dell’arte e della fotografia il corpo viene definito uno strumento. Un mezzo per arrivare a qualcos’altro. Nei suoi lavori, invece, il corpo è protagonista, è l’inchiostro su un diario su cui potersi raccontare ogni giorno. 

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Qual è la prima cosa che fai ogni mattina per iniziare bene la giornata?
Una fotografia, un autoscatto per decidere come sto, guardandomi negli occhi. Se mi guardassi allo specchio non sarebbe lo stesso, subito dopo vado a fare colazione.

Con cosa hai fatto colazione stamattina?
Ho mangiato uno yogurt di soia e un mango.

Raccontami di uno degli ultimi progetti che hai realizzato
L’ultimo progetto è il mio libro Je suis bordeaux/behind selfportrait, al quale ha lavorato un team bellissimo del Ludwigrage.club
Si tratta di un vero e proprio studio che hanno fatto sulla mia fotografia, e quindi sulla mia persona e la mia vita in un certo senso. Ne vado molto fiera.

Quale dei cinque sensi è il tuo preferito e perché?
Assolutamente l’odore. Attraverso un odore posso toccare, assaggiare, immaginare e quindi vedere, e sentire qualsiasi cosa.

Hai dei rituali che ti aiutano a sentirti sicura di te stessa?
Ho dei rituali, a partire dalla fotografia che apre tutte le mie giornate; poi a tavola, luogo dove non mi sono mai sentita al sicuro e per questo ho dovuto inventarmi dei rituali in cui perdermi per sfuggire alle mie paure. A volte hanno funzionato, altre no. Prima di uscire di casa ho dei rituali per lasciare la mia comfort zone senza avere scuse per ritornarci il prima possibile per sfuggire alla vita sociale. Sicuramente ho anche tanti altri piccoli gesti ripetuti da sempre ai quali forse nemmeno faccio più caso.

A quale punto della tua vita hai capito per la prima volta che avresti voluto fare quello che fai oggi?
L’ho capito all’ultimo anno di università, mentre facevo tutt’altro, mentre spingevo la mia vita verso un senso completamente diverso, ho capito che mentre finivo di fare quello che stavo facendo, nel frattempo, avrei dovuto anche trovare un modo per dire a tutti e a me stessa, che quelle energie che avevo speso adesso mi servivano per cambiare rotta e spingere verso qualcos’altro. Cosa che faccio ancora ogni giorno, non è facile quello che faccio, non è facile farsi comprendere, accettare, considerare.

Nel tuo percorso fotografico, chi consideri un tuo maestro? E cosa ti ha lasciato?
Il mio maestro è stato il destino, con tutto quello che mi ha riservato, tutti i dolori, le gioie, le sfide, le delusioni, le sconfitte, le vittorie, senza tutto questo non avrei nulla di cui parlare, nulla da esprimere, nulla da sentire e poi gridare fuori per farmi sentire da tutti voi.

Suggeriscimi delle letture che sono state importanti per te
Sono cresciuta leggendo Ginsberg, Kerouac, Gibran, Baudelaire, Pasolini, Pirandello, H.Hesse, ma la vera svolta, il mio cambiamento, l’ho avuto dopo aver letto Kafka, mi ha aperto un mondo: Il processo, Il castello, La metamorfosi, Un digiunatore. Mi ha affascinata.

Come ti riconnetti con te stessa?
Vado nel posto in cui ho sepolto il mio cane.

Tendi a scegliere il coraggio o il comfort?
Sono molto coraggiosa, ma anche legata ai luoghi sicuri, dove tendo a rimanere attaccata finché non scatta qualcosa nella mia testa che mi fa sconvolgere tutto completamente, è anche un bisogno quello che ho, di cambiare scenario.

Qual è l'ultima scoperta che ti ha lasciata senza parole?
Ho scoperto che il deja-vu, ossia la sensazione di aver già vissuto un determinato momento non è altro che una specie di inceppo tra occhi e cervello, e dunque, gli occhi, anziché, come accade sempre, mandare le informazioni al cervello riguardo a ciò che vedono, subito nel momento in cui le stanno guardando, lo fanno un secondo dopo e quindi si ha la sensazione di aver già vissuto questo momento ma in realtà è solo perché gli occhi lo hanno visto un secondo prima che l’informazione arrivasse.

Di cosa, secondo te, il mondo ha più bisogno in questo momento? E di cosa meno?
Il mondo ha bisogno di arte, d’amore, di sogni, di bellezza, di speranze, oggi e sempre. Non c’è bisogno invece di materialismo e odio, mai.

Cosa scriveresti su un cartellone pubblicitario nel centro della città in cui vivi?
Se potessi creare un nuovo me, non farei l’errore di compiacervi.

7 Small Talks

• La tua uniforme quotidiana: Tutto ciò che è di cotone e di un paio di taglie in più
• I tuoi fiori preferiti: Margherite
• Il tuo comfort food: Zucca delica
• Il tuo profumo preferito: Menta
• Il tuo ristorante preferito: Casa mia
• Il tuo magazine del cuore: The gentlewoman, Monument, Vogue, Dazed, Harper’s bazaar, GQ, Vice
• Mi suggerisci una persona da intervistare? Cosa dovrei chiedere? Tommy da Pforzheim, pittore