Camilla Bassi

Camilla and I met in San Diego, she now lives in Australia and every time she comes back to Italy we see each other for a 'summary' lunch of all the months gone by. If you heard her talking at a bar table, you would have a hard time figuring out what her job is. She speaks of implants, prosthetics, glue, recipes to make the best fake blood. Camilla has moved to Melbourne and has carved out her space as a prosthetic makeup artist, realizing make-up for cinema with special effects.

instagram.com/camelot_muafx

Tell me what your job consists of? How do you spend your days?
I'm lucky to do a job that never bores me. My days are all different, sometimes in front of the computer, sometimes in the studio for hours and hours, sometimes on set. Every day is a discovery.

You moved first to France and then to Australia. What is the spring that drives you to change the state of things in which you are and leave?
The first time I moved, actually, was to do Erasmus in Barcelona and it was an experience that opened up a world for me. I was lucky enough to be able to travel as a child and for me, the desire to move, meet new people and learn new languages is almost as much a necessity as eating is. Whatever your job is and whatever the reason you travel, discover things about yourself that you did not know existed and for an artist, discovery is everything.

You have always lived in cities far from your home, Cremona. What is the secret to learning to live immersed in cultures far from one's own?
The secret is learning new languages. Expressing oneself in an idiom different from one's own is the way to deeply understand a culture: the ways to say, irony, nicknames are the mirror of how people think and act, the way to integrate into a different country. You have to be curious and not get scared of feeling uncomfortable in some situations. Adapting to a new place and making it your own home requires openness and flexibility. By remaining faithful to one's origins one must be ready to accept the different and the new without fear.

Which cast of a film would you have wanted to be part of? Why?
Without a doubt the cast of The Usual Suspects. I saw this film the first time at the age of 17 and it changed my life.
I was amazed at the actors' interpretation, the story, and the absolutely amazing ending.
This film deals with the subject with class and attention to detail is the perfect combination of a brilliant and meaningful script with exciting action scenes.
I must admit, however, in honor of the child in me, that being part of the cast of The NeverEnding Story would be a dream.

Describe one of your latest projects and how you did it.
A project that was particularly close to my heart, is an exchange of artistic favors that I did with an incredibly gifted tattoo artist. In exchange for a tattoo, I made a ring holder for her to decorate her new house: we took a silicone print of both her hands, in which I poured liquid plasticine and as a result, I got a copy. After cleaning the sculpture from the imperfections that may occur during an impression, I made a glass fiber cast in which I then poured an eco-friendly and transparent resin like glass. Finally, I created a wooden support on which I then fixed the copy of his hands.

What are the rituals you use to take care of yourself?
I am very minimalist in my beauty rituals, I tend to use natural products, essential oils and grandmother's remedies. For the face, for example, I make tea tree oils to open the pores and then a mask with lemon juice, honey, turmeric, and green clay.

You've been a classical ballet dancer for many years, you've been passionate about yoga for a few years. Do you find analogies in your practices? How has your life changed by practicing?
Both of these disciplines have helped me in the concentration and management of fatigue. They taught me to have a deeper relationship with my body and to learn to recognize and overcome my limits. Both devote much attention to the development of physical strength but also to stretching creating a physical balance that can not be found in many other sports.

7 Small Talks

• Your daily uniform: Jeans and T-shirt, clean if I'm on the set, full of stains and covered with plaster and silicone if I'm in my studio.
• How many and which languages do you speak: I speak Italian, English, French, and Spanish
• The favorite place in the city where you live: My favorite place is my studio in Williamstown.
• Your yoga position: Camel Pose.
• Your comfort food: Margherita pizza.
• Your favorite film: The NeverEnding Story.
• A friend of yours to interview? What should I ask? My sister Cecilia who deals with human rights. She studies very fascinating problems and finds creative solutions to them. I would ask her to explain which simple things you can do in your daily life to make a difference in the big scheme of things.

Io e Camilla ci siamo conosciute a San Diego, lei ora vive in Australia ed ogni volta che torna in Italia ci vediamo per un pranzo riassuntivo di tutti i mesi passati lontani. Se la sentiste parlare al tavolino di un bar, fareste fatica a capire quale sia il suo lavoro. Parla di impianti, di protesi, di colla, di ricette per realizzare il miglior sangue finto. Camilla si è trasferita a Melbourne e si è ritagliata il suo spazio come prosthetic makeup artist, realizza il trucco per il cinema con effetti speciali.

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Raccontami in cosa consiste il tuo lavoro? Come passi le giornate?
Ho la fortuna di fare un lavoro che non mi annoia mai. Le mie giornate sono tutte diverse, a volte passate al computer, a volte in studio per ore ed ore, a volte sui set. Ogni giorno è una scoperta.

Ti sei trasferita prima in Francia e poi in Australia. Quale è la molla che ti spinge a cambiare lo stato delle cose nel quale ti trovi e ripartire?
La prima volta che mi sono trasferita, in realtà, é stato per fare l'Erasmus a Barcellona ed é stata un'esperienza che mi ha aperto un mondo. Ho avuto la fortuna di poter viaggiare fin da bambina e per me la voglia di muovermi, incontrare nuove persone ed imparare nuove lingue é una necessità quasi quanto mangiare. Qualsiasi sia il tuo lavoro e qualunque sia la ragione per cui viaggi, scopri delle cose di te stesso che non sapevi esistessero e per un artista la scoperta é tutto.

Hai sempre vissuto in città lontane da casa tua, Cremona. Quale è il segreto per imparare a vivere immersa in culture lontane dalla propria?
Il segreto è imparare nuove lingue. Esprimersi in un idioma differente dal proprio é la strada per comprendere a fondo una cultura: i modi dire, l'ironia, i nomignoli sono lo specchio di come le persone pensano ed agiscono, la via per integrarsi in un paese diverso. Bisogna essere curiosi e non farsi spaventare dal sentirsi a disagio in alcune situazioni. Adattarsi ad un nuovo luogo e farne la propria casa richiede apertura mentale e flessibilità. Restando fedeli alle proprie origini bisogna essere pronti ad accettare il diverso e il nuovo senza paura.

Del cast di quale film avresti voluto far parte? Come mai?
Senza dubbio del cast di The Usual Suspects. Ho visto questo film la prima volta all'età di 17 anni e mi ha cambiato la vita.
Sono rimasta stupita per l'interpretazione degli attori, la storia e il finale assolutamente stupefacente.
Questo film tratta il soggetto con classe e attenzione per i dettagli, è la perfetta combinazione di una sceneggiatura geniale e significativa con scene d'azione entusiasmanti.
Devo ammettere però, in onore della bambina che c'è in me, che fare parte del cast di The NeverEnding Story sarebbe un sogno.

Descrivimi uno dei tuoi ultimi progetti e come lo hai realizzato.
Un progetto che mi é stato particolarmente a cuore, é uno scambio di favori artistici che ho fatto con una tatuatrice incredibilmente dotata. In cambio di un tatuaggio ho realizzato per lei un porta anelli per adornare la sua nuova casa: abbiamo preso un'impronta in silicone di entrambe le sue mani, nella quale ho versato plastilina liquida e come risultato ne ho ottenuto una copia. Dopo aver pulito la scultura dalle imperfezioni che possono verificarsi durante un'impronta, ho eseguito un calco in fibra di vetro nel quale poi ho versato una resina ecosostenibile e trasparente come vetro. Infine ho creato un supporto in legno sul quale ho poi ho fissato la copia delle sue mani.

Quali sono i rituali che utilizzi per prenderti cura di te stessa?
Sono molto minimalista nei miei rituali di bellezza, tendo a usare prodotti naturali, oli essenziali e rimedi della nonna. Per il viso ad esempio faccio dei fumenti con oli di tea tree per aprire i pori e poi una maschera con succo di limone, miele, curcuma ed argilla verde.

Sei stata per tanti anni una ballerina di danza classica, da qualche anno ti sei appassionata a yoga. Trovi delle analogie nelle tue pratiche? Come è cambiata la tua vita praticando?
Entrambe queste discipline mi hanno aiutato nella concentrazione e nella gestione della fatica. Mi hanno insegnato ad avere un rapporto più profondo con il mio corpo e ad imparare a riconoscere e superare i miei limiti. Entrambe dedicano molta attenzione allo sviluppo della forza fisica ma anche allo stretching creando un equilibrio fisico che non si può trovare in molti altri sport.

7 Small Talks

• La tua uniforme quotidiana: Jeans e maglietta, puliti se sono sul set, pieni di macchie e coperti di gesso e silicone se sono nel mio studio.
• Quali lingue parli: parlo italiano, inglese, francese e spagnolo.
• Il posto preferito nella città in cui vivi: il mio studio a Williamstown.
• La tua posizione yoga: Camel Pose.
• Il tuo comfort food: la pizza Margherita.
• Il tuo film preferito: The NeverEnding Story.
• Una tua amica da intervistare, cosa dovrei chiederle: Mia sorella Cecilia. Lavora per un’associazione a Parigi che aiuta persone disoccupate ad aprire un’attività propria. Dopo aver studiato in Francia e in Italia ha viaggiato molto e fatto dell’aiutare il prossimo la sua vocazione. Ammiro la sua praticità nel desiderio di cambiare il mondo, non attraverso grandi discorsi, ma attraverso fatti, gestendo soldi, pratiche burocratiche e mettendosi in prima fila nella battaglia alle difficoltà quotidiane di persone normali. Le chiederei come fa a trovare tutta quell’energia e quella positività pur avendo fatto fronte a situazioni sociali difficili. In particolare le chiederei della sua esperienza in Senegal e non ti anticipo niente perché si tratta di una storia incredibile.