Big Small Talks
Nadia Farahani
- Wild Power: Discover the magic of your menstrual cycle and awaken the feminine path to power by Alexandra Pope and Sjanie Hugo Wurlitzer
- Mi sangre cura by Zulma Moreyra.
- Your daily uniform: long and comfortable
- The favorite flowers: peonies and roses
- Your comfort food: pistachio
- The favorite place in the city where you live: Banyan tree in Auroville, where I live.
- The favorite color: I like brick and ocher, warm colors
- A friend of yours to interview? Viola Calabrese, a dear friend that lives in Bruxelles.
Nadia è stata suggerita da Giselle. Vive ad Auroville, una città internazionale e utopica fondata nel 1968 nella quale si ambisce a rendere possibile una vita senza denaro, governo, religione o urbanizzazione selvaggia, costruita per tutte le persone, i movimenti culturali e le organizzazioni che vogliano contribuire significativamente al progresso dell’umanità. Nadia ha una biografia ricca di studi, sono sicura che questa intervista non basterà per sciogliere tutte le curiosità e la voglia di conoscerla.
lunariainstitute.org
Con cosa hai fatto colazione questa mattina?
Ho fatto colazione con succo di limone e miele perché avevo mail di gola, e poi mandorle, fichi secchi e un pezzo di torta con cioccolato e pere.
Sei nata in una famiglia multiculturale, italiana ed iraniana, in cui hai imparato sin da piccola la bellezza della diversità. Come sei riuscita a costruire un ponte tra le due culture che ti appartengono?
Sicuramente cercando di conoscere entrambe le culture e quindi, prima di tutto, imparando le lingue e poi studiandone la letteratura, la storia, la cultura e appassionandomi alla cucina di entrambi i paesi. Conoscere anche altre culture, come quella indiana, le altre culture europee, quella anglosassone e americana, del sud e del nord del mondo, mi ha aiutato a comprendere meglio la mia identità.
Quando ero più piccola ho percepito chiaramente il conflitto che questa doppia identità comporta perché in Italia come 'la straniera' e in Iran ero vista come 'l'italiana'. Crescendo ho iniziato a viaggiare, conoscere, essere più indipendente e autonoma, questo mi ha aiutata a capire che io sono entrambe le cose e che, dentro di me, non c'è alcun conflitto. Mi sento molto ricca per questo.
Giselle mi ha suggerito di chiederti del tuo lavoro e della tua passione nei confronti del risveglio del femminino sacro.
Il tema del risveglio del femminino sacro è abbastanza recente come tematica, soprattutto in Italia. Quando ho concluso la mia formazione di yoga, ho iniziato a frequentare incontri strutturati per risvegliare l'energia femminile sacra.
Il pensiero alla base è che ci sia un conflitto tra la parte maschile e quella femminile, negli esseri umani, che non hanno la possibilità di esprimersi in modo coerente all'interno della società patriarcale. In un contesto di questo tipo rendere sacro l'essere donna, onorare e valorizzare la sua energia femminile consente di risolvere questo conflitto che si perpetra da tantissimi anni e che porta spesso la donna a sacrificare la propria identità di donna polarizzandosi nell’energia maschile oppure a eccedere nell’energia femminile rischiando di non riuscire ad affermarsi e vivere libera. Riconoscere la sacralità dell’essere donna e quindi incarnazione della madre, della creatrice e creativa per eccellenza è il primo passo in questo gioco di equilibri.
Il messaggio del femminino sacro ti insegna a riconoscerti nel tuo essere donna, sacra, così come sei, e a permetterti di ritrovare la tua realizzazione anche in attività che non sono quelle tipicamente maschili e mainstream, ma che, spesso, sono anche considerate frivole dalla società.
Il femminino sacro è casereccio, abbondante, sensuale, orgasmico, è tutto ciò che, nella nostra società, viene normalmente castrato.
Ci sono tante scuole da seguire se si vuole approfondire questo tema, ma prima di tutto bisogna cominciare da sé, dalla propria esperienza personale e il suggerimento, se sei una donna, è di partire dal ciclo mestruale che è il grande elemento di distinzione dall’uomo e dalle altre creature e che spesso è vissuto come un limite o come un evento da nascondere.
Legate a questo tema ci sono due letture da cui partire:
- Wild Power: Discover the magic of your menstrual cycle and awaken the feminine path to power di Alexandra Pope e Sjanie Hugo Wurlitzer
- Mi sangre cura di Zulma Moreyra.
Un altro spunto utile può essere quello di approfondire il tema della dea, nell'ambito mitologico sia antico che contemporaneo, come quello della cultura tantrica indiana e tibetana.
Quale è la cosa più folle che hai fatto nella tua vita?
Di solito non sono una persona che ama fare cose folli, ma mi è capitato, a vent'anni, di fare un viaggio in India e scegliere di vivere in completo isolamento trovandomi in un momento di ricerca spirituale e personale.
Ho preso casa da sola sull'Himalaya a 3000m di altezza, a mezz'ora di cammino dai villaggi abitati più vicini e, ad un certo punto, mi sono ammalata non potendo più approvvigionarmi in modo autonomo. Quando ho finito l'acqua sono stata in seria difficoltà e sono stata molto fortunata perché ho chiesto aiuto, urlando all'esterno dell'abitazione, e ho trovato una signora che mi ha assistita. Da allora ho imparato, quando viaggio, a trovare case più raggiungibili e a viaggiare con il necessario per far fronte alle emergenze, come fanno i nomadi.
Hai dei rituali che ti aiutano a sentirti sicura di te stessa?
Guardare la mia immagine nello specchio, accettare che sono meravigliosa così come sono e dire delle frasi ad alta voce.
Una frase a cui sono legata, insegnatami dal mio maestro di tantra è: 'you are the embodiment of the divine force'.
Pratichi yoga da quando hai sedici anni e, dal 2015, quando hai vissuto un incidente d'auto, ti sei dedicata in particolare ai benefici del Pranayama, oltre ad essere diventata terapista ayurvedica. Che evoluzione ha seguito la tua pratica?
A partire dal mio incidente è cambiato il modo in cui mi approccio alla pratica yogica perché ho cominciato a intenderla come terapia. All'epoca ho riportato dei gravi traumi fisici avendo fratturato il cranio, dislocato la colonna vertebrale e avendo problemi gravi al collo, alle anche, al bacino e alla schiena.
Oggi sono immensamente grata per questo episodio perché mi ha consentito di liberarmi dell'illusione ginnica imposta dallo yoga moderno in occidente che mira a realizzare una mera performance fisica, assecondando solo l'estetica del corpo, senza che ci sia alcuna riflessione né ricerca interiore.
Il fatto di essere fisicamente limitata e fisicamente immobilitata mi ha consentito di esplorare aspetti della pratica che non avevo ancora avuto l'occasione di approfondire e che hanno a che fare con la meditazione e l'uso del respiro in modo funzionale, imparando a lavorare sulle posizioni affinché abbiano un efficacia terapeutica.
Da lì ho compreso interiormente cosa significasse restorative yoga, cominciando a lavorare sulle posizioni che contribuiscono a darti pace e calma per raggiungere un beneficio e non per performare.
Sperimentare un forte dolore fisico mi ha consentito di capire meglio anche il dolore degli altri e mi ha permesso di iniziare a lavorare con gli anziani e coloro che non sono in salute. Perché quando provi sulla tua pelle un dolore fisico intenso, in automatico, comprendi meglio anche quello degli altri.
L'altra grande rivelazione che ho avuto grazie al mio incidente è stata che la pratica yogica possa essere vissuta più da dentro a partire dal pavimento pelvico, fino al perineo e ai genitali.
Una pratica che si focalizza su questa parte è quella delle yoni eggs, conosciuta anche come pratica dei cristalli vaginali, per cui si utilizza ciascuna pietra a seconda del suo valore e del suo potere, inserendolo in vagina e assorbendone i benefici nel corso di una sessione di meditazione. Seguite da una terapeuta è possibile lavorare con le uova anche con il movimento e l’attivazione muscolare, aldilà della meditazione statica. Questa pratica contribuisce ad attivare la muscolatura vaginale e l'energia sessuale. Anche la respirazione ovarica rientra in questo ambito e fa parte del mio insegnamento e, su questo tema, ti consiglio di leggere 'Piena di vita. Respirazione ovarica, alchimia femminile' di Sajeeva Hurtado.
Insieme a Giselle hai dato vita al progetto 'Wild Flower'. Vuoi condividere in cosa consiste l'anima del progetto?
'Wild Flower' è il nome che diamo ai nostri ritiri al femminile, all’interno nel progetto Lunaria Institute che a sua volta nasce dall'unione delle nostre forze di donne multiculturali e aperte al cambiamento e all’evoluzione dell’essere donna oggi. Si tratta di un movimento che cerca di unire e allargare sempre di più un cerchio di donne a cui si propongono una serie di strumenti per l'autoconoscenza e l’empowerment, come la pratica dello yoga, la danza, l'uso della respirazione, la respirazione ovarica alchimia femminile, la terapia mestruale, l'ambito del tantra e del contatto consapevole e molto altro ancora, soprattutto attingendo al mondo delle arti.
Organizziamo ritiri immersi nella natura, rivolti alle donne.
Il focus degli incontri è partire dal risveglio della donna selvaggia che consiste nella liberazione dalle sovrastrutture e dai condizionamenti sociali per acquisire uno stato di benessere e consapevolezza rispetto ai temi della mestrualità, della fertilità e dell’orgasmicità.
Uno dei temi centrali riguarda Yoni che, in sanscrito rappresenta la vagina e l'apparato genitale femminile, ma in realtà ha un significato più profondo legato al fatto che la donna è la sorgente della vita, nella quale si raccoglie anche un notevole potenziale di cura sia verso se stessa che verso gli altri.
Lavoriamo anche sulla sessualità consapevole e sulla sensualità della vita intesa come la consapevolezza che la vita può essere orgasmica anche senza la presenza di un compagno, ma nella contemplazione dei sensi e della vita stessa.
Tutto è partito da questi ritiri ma vorremmo ampliare il lavoro cercando di promuovere una maggiore formazione rivolta alle donne che comprenda anche le altre tematiche di cui sia io che Giselle ci occupiamo che vanno dalle medicine naturali, agli oli essenziali, la cristallo terapia, la cosmetica naturale e la sua autoproduzione.
Mi dai la ricetta del tuo piatto preferito al momento?
Appetizer di frutta secca: spezzettare grossolanamente mandorle, noci e anacardi, farle saltare qualche minuto in padella con un pizzico di sale, una manciata di paprika piccante, pepe nero e sale. Sgranocchiare con qualcosa di fresco o caldo da bere!
Quale dei cinque sensi è il tuo preferito e perché?
Io amo tutti e cinque i sensi perché mi piace toccare e annusare, leccare, ascoltare e guardare.
Se devo scegliere il senso più connesso alla mia natura è il tatto perché adoro percepire il contatto sul mio corpo, mi calma e mi riconnette al benessere, e amo manifestare il mio amore tramite il contatto.
Sei brava a chiedere aiuto quando ne hai bisogno? A chi ti rinvolgi in questo caso?
Nella prima fase della mia vita non ero brava nel chiedere aiuto ma lo sono diventata e oggi, al primo segnale di malessere sono capace di riconoscerlo.
Il mio primo cavaliere è mio marito che mi assiste sempre quando ne ho bisogno tanto che mi fido ciecamente di lui.
Quando non è sufficiente o non è di sua competenza ci sono la mia famiglia, le mie amiche e i miei amici.
Cosa scriveresti su un billboard in centro alla tua città?
Abbracciamoci di più.
7 Small Talks
- La tua uniforme quotidiana: abitone lungo e comodo
- I fiori preferiti: le peonie e le rose
- Il tuo comfort food: pistacchio
- Il posto preferito nella città in cui vivi: Banyan tree ad Auroville, dove vivo.
- Il colore favorito: mi piacciono il color mattone e ocra, tinte calde
- La tua posizione yoga: siddhasana
- Una tua amica da intervistare? Cosa dovrei chiederle? Viola Calabrese, mia carissima amica che vive da 8 anni a Bruxelles.